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Il rapporto di Naipaul con la terra, l'India, da cui i suoi antenati partirono un secolo fa per Trinidad è sempre stato molto teso, aspro, oscuro: "Per me l'India è un paese difficile. Le sono al tempo stesso troppo vicino e troppo lontano". Ma proprio questo sentimento di consanguineità e insieme di opposizione sembra avere acuito lo sguardo dello scrittore, conferendogli il dono di una percezione snebbiata di cui molto raramente gli occidentali sono capaci in India. E l'occhio, in questo libro, segue quasi ossessivamente le tracce e i sintomi di una sola realtà: l'antica, non rimarginata ferite che, anche dopo l'indipendenza, sembra condannare l'India a uno stato di cronica inadeguatezza.